Originalità e vero talento. Questo è District 9.
Alieni ‘extracomunitari’, in ostaggio in un centro profughi, disprezzati e trattati come dei "gamberoni".
Una convivenza tra quelli che si definiscono umani e i “non umani”, i diversi. Vent'anni o poco piu'addietro un’astronave con milioni di alieni sbarca a Johannesburg, in Sud Africa.
Il loro mezzo è in avaria, non possono ripartire, allora vengono "collocati" in un ghetto, il Distretto 9. Ma gli umani non vogliono i "diversi" e il Governo per far tacere il malcontento della popolazione, decide di spostare il milione di alieni in un’altra zona. L'operazione è gestita dalla MNU, una società privata a cui degli alieni frega molto poco, che, aspira, in realtà solo alle loro armi, "aliene", piu'all'avanguardia. Armi, però, inutilizzabili dal genere umano, perchè funzionanti solo tramite il Dna alieno.
Uno degli operativi della MNU (un tipo poco sveglio), giunge al Distretto col compito di censire gli alieni e far firmare loro l’avviso di sfratto, ma viene infettato da un loro virus, che gli muterà col passare del tempo il codice genetico, trasformandolo in un alieno.
Wikus Van Der Merwe è il suo nome. Quando ci si accorgerà delle sue mutazioni diventerà l’uomo più ricercato dai potenti della terra; avendo dna alieno è l’unico in grado di poter usare le armi spaziali.
La parte centrale del film è, infatti, tutta incentrata sulla "caccia all’uomo alieno", che alla fine sarà costretto a rifugiarsi proprio lì, nel ghetto, nel Distretto 9…e a rimanerci per tre anni o forse anche piu'.
Originale non solo la storia e la materia trattata, ma anche la resa cinematografica: falsi telegiornali e finte interviste documentano il narrato, come se si trattasse di una vera ricostruzione.
Carini gli alieni: non bassi, tondeggianti e verdi, ma dei veri gamberoni, con sentimenti ed emozioni molto piu'"umane"di quanto si pensi. Ci si serve di essi per mettere in scena una denuncia nei confronti dei diritti "umani", calpestati e umiliati.
Gli alieni,infatti, sono maltrattati dalle forze dell’ordine, picchiati, uccisi senza motivo, studiati e usati come cavie umane per delle sperimentazioni. Interessanti anche i richiami alla malavita organizzata, al racket mafioso in mano a dei nigeriani, che vendono cibo per gatti e prostitute agli alieni per riceverne guadagno.
E quando l'alieno si rivolge all'uomo infettato, dicendogli: “ora sei uguale a noi“, lui incredulo e schifato gli risponderà “no, noi non saremo mai uguali!“.
Alieni ‘extracomunitari’, in ostaggio in un centro profughi, disprezzati e trattati come dei "gamberoni".
Una convivenza tra quelli che si definiscono umani e i “non umani”, i diversi. Vent'anni o poco piu'addietro un’astronave con milioni di alieni sbarca a Johannesburg, in Sud Africa.
Il loro mezzo è in avaria, non possono ripartire, allora vengono "collocati" in un ghetto, il Distretto 9. Ma gli umani non vogliono i "diversi" e il Governo per far tacere il malcontento della popolazione, decide di spostare il milione di alieni in un’altra zona. L'operazione è gestita dalla MNU, una società privata a cui degli alieni frega molto poco, che, aspira, in realtà solo alle loro armi, "aliene", piu'all'avanguardia. Armi, però, inutilizzabili dal genere umano, perchè funzionanti solo tramite il Dna alieno.
Uno degli operativi della MNU (un tipo poco sveglio), giunge al Distretto col compito di censire gli alieni e far firmare loro l’avviso di sfratto, ma viene infettato da un loro virus, che gli muterà col passare del tempo il codice genetico, trasformandolo in un alieno.
Wikus Van Der Merwe è il suo nome. Quando ci si accorgerà delle sue mutazioni diventerà l’uomo più ricercato dai potenti della terra; avendo dna alieno è l’unico in grado di poter usare le armi spaziali.
La parte centrale del film è, infatti, tutta incentrata sulla "caccia all’uomo alieno", che alla fine sarà costretto a rifugiarsi proprio lì, nel ghetto, nel Distretto 9…e a rimanerci per tre anni o forse anche piu'.
Originale non solo la storia e la materia trattata, ma anche la resa cinematografica: falsi telegiornali e finte interviste documentano il narrato, come se si trattasse di una vera ricostruzione.
Carini gli alieni: non bassi, tondeggianti e verdi, ma dei veri gamberoni, con sentimenti ed emozioni molto piu'"umane"di quanto si pensi. Ci si serve di essi per mettere in scena una denuncia nei confronti dei diritti "umani", calpestati e umiliati.
Gli alieni,infatti, sono maltrattati dalle forze dell’ordine, picchiati, uccisi senza motivo, studiati e usati come cavie umane per delle sperimentazioni. Interessanti anche i richiami alla malavita organizzata, al racket mafioso in mano a dei nigeriani, che vendono cibo per gatti e prostitute agli alieni per riceverne guadagno.
E quando l'alieno si rivolge all'uomo infettato, dicendogli: “ora sei uguale a noi“, lui incredulo e schifato gli risponderà “no, noi non saremo mai uguali!“.
Già, nessuna razza credo possa mai essere comparata alla nostra. In peggio. E alla fine del film non hai paura degli alieni...ma solo degli umani!
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