lunedì 23 novembre 2009

Gli abbracci spezzati

Ernesto Martel muore. Comincia così Gli abbracci spezzati. Da qui una cascata in piena di ricordi nella mente dello sceneggiatore non vedente Mateo Blanco alias Henry Caine, un ex-regista ora autore di sceneggiature, assistito dalla sua segretaria di produzione Judit e dal figlio di lei Diego.
Fotogramma per fotogramma viene ricostruita andando a ritroso nel tempo, la sua divorante passione per l’attrice Lena, la bellissima Penelope Cruz, conosciuta sul set del suo ultimo film, prodotto da Ernesto, l'uomo di Lena, un uomo vecchio e psicologicamente disturbato. Nonostante sia a conoscenza del fatto che Lena non lo ami, Ernesto non la lascia andare e con ricatti e violenze fisiche e psicologiche continua a tenerla ancorata a lui. Mateo e Lena diventano amanti, nascosti sull’isola di Lanzarote, in un bungalow sulla spiaggia, finalmente liberi. Distesi ed abbracciati su un sofà, a scattare istantanee di felicità, incosapevoli del proprio destino.
Guardano in televisione Viaggio in Italia di Rossellini: Ingrid Bergman e George Sanders visitano gli scavi di Pompei. Vengono scoperti i corpi senza vita di un uomo ed una donna, sorpresi dalla colata di lava durante il sonno, e seppelliti per sempre insieme in un abbraccio. Lena ne è sconvolta e piange, rivede se stessa in quella scena, capisce che non si può fuggire dal passato, senza che questo prima o poi ritorni. Mateo forse nemmeno avverte il suo disagio, Lena si accoccola contro il petto di lui, è così che lei vorrebbe morire, come i due "fossili" nel film, stretta in un abbraccio, un abbraccio che verrà però spezzato.
Di questo momento rimane solo una fotografia, che Mateo scatta, ma che poi farà a pezzi ed anche l'abbraccio della foto, diverrà un abbraccio spezzato, ma conservato in una busta del cassetto della sua scrivania.
Gli abbracci spezzati. Una storia bellissima di un grande amore, ma la vita non è una favola e quindi non aspettatevi il "vissero felici e contenti". L'amore però vibra, sempre, è presente in ogni immagine, in ogni sguardo, a volte si palesa carnalmente e viene consumato, anche sul divano di un soggiorno. Un incidente spezza la vita di lei e toglie la vista a lui, che privato, quindi, della possibilità di fare cinema, cancella dal suo passato tutto quello che riguarda Mateo e si ricrea a partire da Harry. Una notte Diego, che fa il dj, ha un incidente, vivrà in uno stato di coma per poche ore, Judit è via per lavoro, e il ragazzo trascorrerà la sua convalescenza in casa dello sceneggiatore. Mateo inizia a dipanare al ragazzo una storia, non priva di colpi di scena. Tutto quel "non-detto" che pur vivendo sotto lo stesso tetto, per troppo amore, per non ferire e non perdere qualcuno, spesso per anni interi non ci raccontiamo.

Una pellicola suggestiva ed evocativa, come quei sapori o quei profumi che conosci e che ti riportano alla mente ricordi lontani, sensazioni e immagini. Un film riflessivo, intimo in alcuni punti, un cinema raccontato attraverso il cinema stesso, nella pellicola che Pina (Lena) gira: Chicas y maletas (Ragazze e valigie), remake ridotto di Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Ci vuole poco per accorgersi di come, infatti, che anche Almodovar, come già Tarantino, abbia deciso di scrivere una poesia d'amore, una dichiarazione spassionata nei confronti del cinema. Chi dei due sarà stato il più bravo? La bellissima Penelope in molti passaggi ricorda la raffinatezza e l'eleganza di Audrey Hepburn e una delle scene clou in questo senso è la rassegna che Mateo fa della sua videoteca quando chiede all'assistente Diego di passargli una vecchia pellicola. Non per un caso Gli abbracci spezzati si conclude con Mateo, che tenta di rimontare il film girato da Lena con i pezzi migliori, e non con quelli venuti meno bene, colpo basso inferto da Ernesto Martel. Non sa se mai andrà in scena, ma qui è Almodovar a prendere parola, per bocca di Mateo e a concludere questo tributo alla sua di donna, la pellicola, dedicandole le battute finali: "La cosa più importante è terminare il film".

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