giovedì 5 novembre 2009

Parnassus. L'uomo che voleva ingannare il diavolo

Il Dottor Parnassus è un malconcio vecchietto di 1000 anni circa, con una particolarità: è immortale. Un moderno Faust, per dirla alla "Goethe maniera", lo scienziato, insoddisfatto dei limiti umani, che accettò il celebre patto col demonio: vendette la propria anima in cambio di giovinezza e potere. Ed anche Parnassus grazie ad una scommessa vinta con Mr. Nick (il diavolo) ottiene questo dono. Ma nell'arco della propria infinita vita, Parnassus s'innamora di una donna molto più giovane di lui. Vuole conquistarla, farla sua, pertanto strappa un nuovo patto al Diavolo, chiedendo lui di poter tornare giovane e mortale.
Lo spietato Mr. Nick, pretende però in cambio sua figlia, (se mai ne avrà una), allo scoccare del suo sedicesimo compleanno. Quando quel giorno arriva, Parnassus non sa come bloccare il patto, non vuole perdere la figlia (ha già perso la moglie, che muore di parto). Dal giro di carte una strana figura: l'appeso e il suo carrozzone ambulante incrocia uno strano giovane, appeso, perchè trovato impiccato sotto un ponte. Affascinante, ammaliante e misterioso…Tony, allias Heath Ledger, scomparso prematuramente lo scorso 28 gennaio a soli 28 anni per un'overdose di farmaci, prima ancora che le riprese del film fossero terminate.
Ma "nulla è per sempre neanche la morte". Dirà Johnny Depp, che insieme a Jude Law e Colin Farrell hanno prestato il loro voltoa Tony per ultimare le scene del film, senza cambiare le caratteristiche del protagonista e senza alcun ricorso alla tecnologia digitale. (Gesto apprezzabilissimo) Come? Chi attraversa lo specchio di Parnassus si ritrova catapultato in un mondo meraviglioso, fantastico, è il mondo dell'introspezione, dei desideri. Tony quando oltrepassa lo specchio ha sempre un volto diverso, potere dell'immaginazione, atto dovuto per esigenze sceniche, ma anche un richiamo tutto pirandelliano alle maschere, ai mille volti che una personalità duplice porta con sè. Primo problema risolto così dunque.
Secondo problema: per salvare la figlia Valentina dalla dannazione cosa farà invece Parnassus?
Cede ad una nuova proposta del diavolo: l'anima della ragazza andrà al primo che riesce a sedurre cinque anime. Tony ne seduce solo quattro. Poi il suo destino busserà alla porta per chiedere il conto. Si scoprirà chi è Tony in realtà e quale la sua losca e agghiacciante attività.
L'eterna e umana ricerca dell’immortalità, ma a cosa serve poi essere immortali? Bellissimo il rapporto padre-figlia e i divertimenti semplici di quando ancora non esisteva la scatoletta chiamata tv. Emblematico in tal senso l'atto conclusivo del film: Parnassus abbandona i voli fantastici e si dedica allo spettacolo di burattini.
Basta poco per vivere grandi avventure. Basta poco per vivere una fiaba. A volte basta solo andare al cinema.

2 commenti:

  1. barby mi hai di nuovo battuto in velocità
    la prossima volta porterò con me il portatile ..e scriverò i miei pensieri direttamente guardando il film
    :-p.

    come ben sai ...per me il film inizia quando viene trasmesso il primo trailer in tv, e termina quando l'ultimo ringraziamento nei titoli di coda scompare sul nero quindi anche in questo caso non posso non evidenziare, ad esempio, che il peso dato a Johnny Depp nel trailer e nella comunicazione è di gran lunga superiore a quello che ha nel film.
    Per i suoi fan, quindi, non cercate , come ho fatto io, di vedere nei vari volti del protagonista, un Depp imbruttito per esigenze di narrazione...semplicemente non c'è ed appare in un unica scena.

    Le scene e le ambientazioni del film vanno dal surreale fantastico ( qualcuno dice dadaista ;-) ) dei mondi immaginari visti all'interno dello specchio, al cupo irreale e a volte anacronistico mondo visto attraverso la casa viaggiante dei protagonisti. (si tenga presente che comunque il film è ambietato in una moderna Londra)

    nel primo caso sembra quasi un film di Tim Burton (ad esempio Big Fish) ma con spazi molto più grandiosi e spesos luminosi.
    nel secondo caso sembra di essere nelle abitazioni dei piccoli protagonisti del Signore degli Anelli (I atto).
    se poi si pensa che la voce di Parnassus è la stessa di Gandalf il bianco ( o grigio ) e del professor Silente in Harry Potter, chiudendo gli occhi in alcuni punti si potrebbero confondere facilmente i mondi fantastici di questi film..

    La scelta, di intervenire sulla sceneggiatura a riprese in corso per dare a Tony, un volto diverso per ogni mondo che è costretto ad attraversare, è geniale perchè ha permesso di concludere le riprese (cosa evidentemente non da poco), senza uno dei protagonisti ed inoltre, dà uno spunto in più a livello narrativo.
    Lo specchio infatti portail protagonsita, lestofante incallito, a confrontarsi con i suoi diversi volti, trovandosi a volte spiazzato.

    "Quale prezzo hanno… i vostri sogni" dirà il Tony di Heath Ledger ,
    ovviamente un sogno non ha prezzo, specie se magicamente si materializza, anche se per un breve lasso di tempo.
    e alla fine di questo meravoglioso mondo immaginario, alla fine dei giochi, per l'anima che attraversa lo specchio, c'è una scelta da fare che pregiudica la stessa sopravvivenza permettendo di tornare al mondo reale entusiasti di ciò che si è appena vissuto , o di rimanere intrappolati nelle grinfie di un elegante diavolo, in una simbolica esplosione.

    Per me è un film da capire, con alti e bassi però in fin dei conti bello

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  2. Scusa, la prossima volta attenderò che a muoverti sia prima tu, ma se non posto "a caldo" le sensazioni fuggono via.
    Per quanto riguarda Johnny Depp, si, la sua è solo una comparsa, ma che signora comparsa! Gran seduttore, con sguardo ammaliante soggioga la vecchina tutta dedita al maquillage vicino all'albergo ad ore (riuscendo brillantemente poi a dileguarsi). Non sarei mai salita in gondola senza di lui!
    Carino a ricordarti del mio commento post-film: si, l'ambientazione è molto dadaista. Dada, l'anti-arte, che si oppone alla mera bellezza estetica, alla purezza e sposa il non-senso: immaginazione, irrazionalità, astrattismo contro le risposte preconfezionate dell'irrazionale e imbellettata borghesia. L'ordinarietà come forma d'arte, non a caso negli anni Venti prese poi piede il Surrealismo: inquietudine e pazzia, follia. Un mondo "altro", parallelo, fatto di serenità onirica a fantasie da incubo. Le scene del film lo ricordano appieno.

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