Bel film, ma prediligo quelli più introspettivi. Prediligo DiCaprio quando ha gli occhi blu e non lenti a contatto scure. Prediligo Russell Crow col capello lungo e quando è meno arrogante ed egocentrico rispetto ad Ed Hoffman (in certi frangenti ti metti addirittura a tifare per i terroristi). Poca l'interazione tra DiCaprio e Crowe. Parlano al telefono, si vedono poco, non gareggiano in bravura. Peccato. Roger Ferris (DiCaprio) rischia il culo sul campo, si infiltra nella rete di un terrorista fautore di ripetuti attentati. L'occidentale che guarda non con occhi da moralista, che s'innamora della sua infermiera e che "sposa" i suoi costumi (non le stringe nemmeno la mano accorgendosi di avere gli occhi della sorella e dei vicini di casa puntati addosso). La conturbante infermiera si fa portavoce della saggezza orientale(che ho molto apprezzato):“Un uomo non è il suo lavoro. E’ una cosa a parte, l’uomo”. Ma nonostante il bel DiCaprio sia divorziato, bello come sempre e innamorato, questa storia non sboccia, nonostante decida per lei di sacrificare sé stesso e la sua missione. “Beh in questo lavoro tutti i matrimoni vanno a puttane, perchè il tuo non dovrebbe.”
Ed Hoffman, invece, dirige dall'alto dei suoi satelliti, dando ordini, mettendo a rischio anche la vita del suo uomo pur di raggiungere gli obiettivi. Mentre gli impartisce distrattamente indicazioni per Ferris vitali, vive la sua vita comodamente in poltrona, accompagna i figli a scuola, gioca col suo cane. Non mi piace questo Russel così spietato e senza cuore. Odioso.
Entrambi combattono per la stessa “fazione”, ma lo fanno in maniera completamente diversa: Ed ha ormai una visione cinica della vita e della morte, DiCaprio è un idealista che combatte per sconfiggere i “cattivi”, ma che crede ancora in un codice etico da seguire e da difendere.
A distanziarli anche il punto di vista sul Medio Oriente: Ed lo guarda dall'alto del suo satellite, Roger ne sente gli odori, ne vede i colori. Se segui Ed ne rimani freddo e staccato, con Ferris ne sei coinvolto. Da contraltare ai due protagonisti: il capo dei servizi segreti giordani (Mark Strong). Nella conclusione la fatidica scena di tortura che immancabilmente arriva (che ho solo ascoltato dato che mi son coperta gli occhi) con un salvataggio in extremis che mette in luce la crudeltà di coloro che torturano si, ma soprattutto di coloro che“orchestrano” dall’alto, intervenendo solo quando la tortura è già bella che cominciata, qualche secondo e il loro uomo ci perde la vita (Non gliene può fregar di meno. E questo dovrebbe far riflettere!)
Ne vien fuori un'idea molto "americana" della guerra, combattuta come se si trattasse di un videogame. La fine dell'era Bush ha poi cambiato sul serio qualcosa? Noi c'illudiamo di si.
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