Ma quindi la Basilicata esiste. Ora ne ho la prova. Grazie a questo pseudo-film, che definirei più uno spot turistico sulla Basilicata, con tappa d'obbligo anche a Lauria, paese natio di
Rocco Papaleo. Un road movie musicale dal Tirreno allo Ionio. Si ma a piedi.
Perché se la vita è troppo breve allora bisogna allungarla. E in dieci giorni. Per ritrovare se stessi. Per un progetto artistico che si lega a quello della vita, folle ma divertente con un Festival del teatro-canzone come meta finale. I quattro amici sono musicisti per hobby (possiamo dire anche tre e mezzo, visto che Gassman suona la custodia della chitarra, però ha ritmo) e compiono questo bizzarro tour con un cavallo, un carretto e un paio di pannelli solari, tra gag non sempre riuscite e canzoni pessime. Tutto sommato ne ho apprezzato il senso, tutta questa pubblicità credo che alla Basilicata servisse. Sicilia e Puglia la schiacciano, anche se non credo che poi Papaleo sia riuscito nel suo intento, ma ne riconosciamo almeno il lodevole tentativo. Il nostro eroe Rocco è qui un professore di matematica, la Mezzogiorno una gelida giornalista (che è una brava attrice, ma qui un pesce fuor d'acqua), il bel Gassman si crede un vip, alla fine capiranno “
non tanto quello che sono, ma quello che sicuramente non sono”…
Tante le pecche: una sceneggiatura poco fluida, poco ritmata e anche poco musicale, nonostante strumenti e cantante a seguito (Maz Gazzè è, infatti, nel cast, se pur muto), finendo per dare l’impressione, come spesso ripete il personaggio della Mezzogiorno, "di vedere sempre la stessa scena".
Non mi convince e non mi piace questo esordio in regia di Papaleo, ma considerando il nostro mummificato cinema italiano, benvengano questi gesti coraggiosi. Sebbene estremi.
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