domenica 5 settembre 2010

Don Giovanni di Carmelo Bene. 1970


Il blando tenativo di sedurre una brutta bambina che prega in una chiesa tramite la complictà della sua triste madre. Le folli visioni di Carmelo Bene, barocche, con colori accessi ad altre in bianco e nero. Mix d'arte e cultura: pittura e citazioni letterarie"gli specchi sono abominevoli perché moltiplicano il numero di esseri umani" (Borges)e poi Mozart, Tchaikovsky, Verdi, Bizet, Mussorgsky, Prokofiev e Donizetti. Barocche anche le accozzaglie di oggetti, di tavoli imbanditi con denti che masticano e voci fuori campo in più lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo.
Istinti primordiali.Fecondare la bambina religiosa per dar seguito alla specie. L'ossessione espressionistica stanca gli occhi pochi inclini, le menti poco pazze. Per digerire Bene occorre un rito tribale:ferirsi e sanguinanti unirsi al suo dolore per quel tanto che racchiude il nulla.
Simboli, immagini che ne richiamano altre: la bambina, iconografia della vita, della continuità, della purezza, dell'incontaminato, i burattini rappresentazione dell'arte stessa. La bambina di D’Aurevilly si credeva ingravidata da Don Giovanni per essersi seduta sulla sua sedia dopo di lui e finiva per esserne toccata, e Don Giovanni in qualche modo accolto. Bene lascia da parte questa conclusione e fa parlare Borges, fallita la violenza nel tentativo di toccare e possedere la giovane, va in scena la distruzione dello specchio e il rifiuto del contatto. La solitudine narcisistica di Bene e la sua autodistruzione, la sua arte scade nel patetico per imboccare un vicolo stretto e senza uscita: la morte e l'oblio.

Nessun commento:

Posta un commento

Coming Soon