mercoledì 19 dicembre 2012

Il quinto elemento di Luc Besson, 1997

A che scopo preservare la vita, visto l'uso che ne fate?
Il regista francese più americanizzato lancia qui l’ex top model Milla Jovovich accompagnata al periodo "biondo" di Bruce Willis. Ma cosa sarà mai questo quinto elemento? Egitto. Siamo nel 1914 e un archeologo assistito dal bel Dylan di Beverly Hills (si, è proprio lui trentenni all'ascolto)scoprono dei reperti che testimonierebbero la venuta di una forma di vita aliena. Un grande male si risveglia ogni cinquemila anni, ma un essere perfetto ha la massione di contrastarlo. I Mondoshawan rassicurano quindi il monaco, che mancando all'evento 300 anni, sarebbero ritornati in tempo per assicurare attraverso l'essere perfetto la salvezza del genere umano. Ma gli alieni allo scadere del tempo distruggono la navicella dei Mondoshawan. Un disastro. Nessun sopravvissuto tranne un brandello di tessuto appartenente ad un misterioso essere, che viene portato in un laboratorio sulla Terra e, riportato in vita. Bruce Willis è un tassista, divorziato, tradito ed ex soldato. Nel suo taxi piomba dal cielo a scolvolgere la sua monotona vita una rossa dagli occhi di ghiaccio. Inutile girarci intorno, è l'essere supremo ricostruito in laboratorio. E sarà una favola psichedelica in un mondo futuristico. E poi una donna che salva il genere umano è un tema che mi ha convinto. Ebbene si, siamo noi il quinto elemento!! Certo non abbiamo le gambe lunghe di Milla Jovovich, ma siamo l'unico mezzo per sconfiggere il male. Unico punto di demerito: è una delle pellicole più costose della storia del cinema francese. Ah e troppe luci. Sembra di stare in un flipper più che in una Manatthan del futuro. "Il tempo non è importante, solo la vita è importante".

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