sabato 1 febbraio 2014

La tigre e la neve di Roberto Benigni. 2002

"Come sono belle le donne quando decidono di fare l'amore tra poco"
Ogni notte sognare di sposare la stessa donna: Vittoria. Ma intanto Vittoria snobba Attilio (Benigni) perchè lavora per scrivere la biografia di Fuad (Jean Reno), il più grande poeta iracheno. Non avevo mai visto questo film perchè la critica aveva parlato chiaro: dopo Pinocchio, Benigni pareva non essersi del tutto ripreso, soprattutto gli Usa, ricordo, avevano bocciato totalmente la pellicola. Ora capisco perchè. Non toccate l'Iraq agli americani. Ma qui la guerra fa solo da sfondo, è l'Amore il vero protagonista. Chi, se non un uomo innamorato può fare i miracoli? "E dai, trovamela questa glicerina, perché se non me la trovi quella muore... quella muore proprio... e se muore lei, per me tutta questa messa in scena del mondo che gira... possono anche smontare, portare via, schiodare tutto, arrotolare tutto il cielo e caricarlo su un camion col rimorchio, possiamo spegnere questa luce bellissima del Sole che mi piace tanto... ma tanto... lo sai perché mi piace tanto? Perché mi piace lei illuminata dalla luce del sole, tanto... portar via tutto questo tappeto, queste colonne, questo palazzo... la sabbia, il vento, le rane, i cocomeri maturi, la grandine, le sette del pomeriggio, maggio, giugno, luglio, il basilico, le api, il mare...". Benigni farebbe scoraggiare anche chi fa le serenate di professione, la poesia, le parole spiegate con la parabola dell'uccellino, ma ancor meglio con la surreale magia del pipistrello entrato in casa e fatto uscire con le rime: "Pipistrello come sei bello"! E allora di certo l'alchimia de La vita è bella non si ricrea, ma questo film non merita le critiche ricevute, Benigni non è un attore, noi non lo vogliamo attore, lo vogliamo così com'è.

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