martedì 23 settembre 2014

The Descendants di Alexander Payne. 2012

"I miei amici sono tutti convinti che – dato che abito alle Hawaii – vivo in un paradiso. Come se fossimo sempre tutti in vacanza, a bere Mai Tais ancheggiando sulla spiaggia e a tuffarci fra le onde. Ma sono matti?"
Vincitore di due Golden Globe (miglior film drammatico e miglior attore protagonista, George Clooney)il senso del film è che anche alle Hawaii le persone possono soffrire, sbagliare, tormentarsi, insomma “vivere” e, - verità sconvolgente - morire. Una versione ammodernata e patinata di Anche i ricchi piangono, praticamente. Colori autunnali, se non invernali, traffico, povertà, gente in carrozzina, sgradevolezza in ciabatte, la moglie del protagonista in coma, sgraziata e bavosa su un letto gelido d'ospedale dimesso. Paradiso? “Paradiso, un ca**o” come ci dice subito il protagonista interpretato da un George Clooney col capello fuori posto, i piedi a papera che gli impediscono di correre in modo decente e un'aria da “cagnone”bastonato. Elisabeth, la moglie, è caduta da un motoscafo ed è in fin di vita, il marito si ritrova alle prese con un’elaborazione del dolore difficile dovendo inoltre prendersi cura delle problematiche figlie adolescenti. Una caccia all'amante perchè nei numerosi non-detti di questa famiglia c'è anche un tradimento. Il marito (il bel George Clooney, ma perchè ti sei sposato??)è discendente di una principessa indigena che ha lasciato a lui e ai numerosi cugini un’eredità preziosa, ossia una delle ultime terre rimaste incontaminate. Una fetta di paradiso di cui è prevista la vendita milionaria imminente.King, della lussureggiante proprietà, è l’amministratore fiduciario, a lui spetta la decisione finale. E che deciderà? Perfetti i dialoghi e memorabili alcune scene: quando Alexandra, da tempo arrabbiata con la madre, in piscina scopre che la donna non potrà mai più riprendersi dal coma si immerge nell’acqua e urla, è una scena straziante, evocativa e molto simbolica, che da sola basterebbe a giustificare la vittoria ai Golden Globe. L'amico di una delle due figlie l'ho trovato un personaggio veramente inutile, non dà nulla al film, semmai toglie.Ottima invece la scelta del testamento biologico (preparato anzitempo dalla moglie) a quando una legge, chiara e scevra da influenze ideologico-religiose, anche qui, nel Bel Paese? Alexander Payne mi piace. Lo confesso. E mi piace anche George Clooney. Ah, che centra I discendenti con la traduzione Paradiso amaro?? Qui il nucleo centrale è proprio la famiglia: La famiglia è come una penisola, dice ad un certo punto Matt King: tante individualità collegate in qualche modo ma che non comunicano. La famiglia quindi come terreno di scontro, ma anche come unico punto di ripartenza, di ricostruzione di un futuro quanto meno accettabile malgrado tutte le difficoltà, le sofferenze e le incomprensioni che la vita di tutti i giorni può regalare. Il ritorno ad una normalità parziale che vera normalità non potrà mai essere.

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