lunedì 19 settembre 2016

Primo amore di Matteo Garrone. 2003

"Bisogna togliere tutto, finché si arriva al cuore delle cose"
un orafo costringe la sua fidanzata a dimagrire in maniera progressiva e instancabile, fino a renderla quasi uno scheletro umano. Girato a Vicenza con qualche location nel veronese, come l’antica vasca termale di Caldiero (struggente) la storia racconta molto più di un’ossessiva e patologica storia d’amore. magistrale da Vitaliano Trevisan (anche sceneggiatore), sono rimasta del tutto affascinata dalle sue pause e strascinamenti sonori, il suo italiano affaticato. Nelle pause e nei silenzi Trevisan sa infilare tutta l’austera solitudine di un uomo/testimone di un laborioso popolo che oscilla tra generose aperture multiculturali e chiusure indipendentiste, confuso tra un timido, ma impellente bisogno di necessaria condivisione affettiva e un impoverimento simbolico per eccesso di materialismo, oscillante tra la salubre apertura amorosa ed erotica all’altro da sé e la rigidità patologica del “paron a casa mia” che tutto e tutti controlla.Anche qui, come già ne L'imbalsamatore, ci si rifà ad una storia reale. La vicenda reale risale al ’97 ed e’, come molte tragedie di follia moderna, raccapricciante; la racconta il suo stesso autore, Marco Mariolini, in un libro-diario edito da Gruppo Edicom, "Il cacciatore di anoressiche" (ripreso in seguito anche dal programma di Rai3, ‘Storie maledette’).Il Mariolini, antiquario quarantenne del bresciano, ossessionato da quella che lui stesso definiva "una vera e propria perversione", non riusciva a concepire una relazione se non con una ragazza che fosse magrissima, e che finiva con l’indurre lentamente e subdolamente all’anoressia. Sulle prime, infatti, Sonia non piace a Vittorio: "ti facevo piu’ magra", ma la storia ha comunque inzio.Sonia non perde solo chili; perde via via identita’, proprieta’ della sua persona, affetti e luoghi identitari (il fratello, gli amici, il lavoro le diventano estranei). Il film mostra, secondo questa chiave di lettura, come una relazione anonimizzante e improntata al sadismo porti al totale sopruso dell’uno sull’altro, ma senza via di uscita ne’ vera vittoria per nessuno dei due.

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