“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
venerdì 7 ottobre 2016
Hard Candy di David Slade. 2005
-Questo è quello che dicono tutti-
-Chi?-
-Chi? I pedofili. Lei era così sexy, lo voleva. Tecnicamente era una ragazzina, ma si comportava come una donna. E’ così facile incolpare un bambino. Solo perchè una ragazzina sa come imitare una donna, non implica che lei sia pronta a fare quello che fa una donna. Tu sei quello cresciuto qui. Se un bambino dice qualcosa di malizioso, lo ignori. Non lo incoraggi.
La parola chiave di “Hard Candy” è sovversione. Prima di tutto sovversione dei ruoli.
Jeff è un trentenne oltremodo affascinante, con il sorriso lucente.
E’ un fotografo professionista, ma i suoi soggetti preferiti sono le ragazze adolescenti.
Hailey, se così davvero si chiama, è una 14enne impavida interpretata da una sorprendente ed inquietante Ellen Page. Sexy e intelligente.Hailey si lascia sedurre in chat da Jeff ed organizza un incontro, accettando persino di farsi ospitare a casa sua.Palesemente sociopatica e bugiarda, in chat ha ingannato Jeff conoscendo bene le dinamiche del dating online (per esempio, effettuo una piccola ricerca su Google ed in 30 secondi ottengo tutte le informazioni sul gruppo musicale preferito dell’altra persona, potendo così fingere di conoscerlo).E poi come ha potuto avere accesso al profilo psichiatrico dell’aggressore di una delle vittime di Jeff?
Perchè è in possesso di un taser?
E’ un’esca della polizia superbamente addestrata?
O è solo una vendicatrice perfettamente organizzata? Vestita come una moderna Cappuccetto Rosso, si allontanerà nel bosco verso una nuova meta, forse a stanare un altro lupo cattivo, tra le malinconiche note dei Blonde Redhead.
“Hard Candy” descrive in modo compiuto proprio l’impossibilità di trovare una soluzione equilibrata, civile, sensata e scevra di emotività al problema della pedofilia. In questa favola non c'è morale
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Gran bel film, davvero pesante da digerire... una vera botta!
RispondiEliminagrazie per tutti!!!
RispondiEliminabacci
mi piace molto la publicazione!!!
:)