“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
mercoledì 1 marzo 2017
Oculus - Il riflesso del male di Mike Flanagan. 2013
Tim viene dimesso da un manicomio criminale, dove era recluso per l’omicidio del padre. La sorella Kaylie vuole dimostrare la sua innocenza, provando che un antico specchio con poteri paranormali porta chi lo possiede alla follia e all’omicidio.
Lo specchio verrà osservato da delle telecamere, come se un altro sguardo inorganico potesse disinnescarne e rivelarne la malvagità. L’idea buona potrebbe essere che i figli, in realtà, siano stati loro, in qualche modo, a compiere il massacro, e sublimano ogni cosa incolpando lo specchio delle loro azioni. Lo spettatore quindi rimarrebbe con il fiato sospeso a vedere questi due che si dannano per dimostrare una cosa, per poi alla fine scoprire che la colpa è solo loro. Ma invece, no. Il finale è deludentissimo.
Il piano di Karen consiste nel preparare un marchingegno temporizzato che fa calare una pesantissima ancora sullo specchio se non viene resettato ogni ora. In pratica se lei muore lo specchio si “suicida”.
Alla fine del film, il fratello, credendo Karen salva, fa calare l’ancora. In realtà Karen è di fronte allo specchio e viene uccisa salvando lo specchio.Il fratello di Karen viene portato via dalla polizia perché accusato dell’omicidio della sorella e vede le anime dei genitori e di Karen dietro una finestra della casa in cui stanno.
L'unica scena degna di nota è quando Karen morde una lampadina e la mastica, il resto del film è composto da flash back che poi vanno a mischiarsi con gli eventi contemporanei per svelare un mistero che non esiste, essendo palesato fin da subito.Non guardo horror, ma non ne guarderò più.
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