“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
mercoledì 25 ottobre 2017
Only God Forgives di Nicolas Winding Refn. 2013
Tema centrale: il conflitto intrapsichico.
Membro di una potente famiglia criminale, Julian gestisce un club di pugilato in Thailandia, come copertura per il traffico di droga.
Il fratello maggiore Billy uccide brutalmente una prostituta e le autorità si rivolgono ad un poliziotto in pensione, Chang,il punitore. La punizione per Billy è la morte. Intanto – per recuperare il corpo del figlio - arriva a Bangkok Crystal, madre di Julian e Billy e capo di una potente organizzazione criminale. La donna ha un'importanza centrale: Julian ne è così morbosamente legato da aver ucciso, in passato, suo padre.
Chang entra in scena assumendo su di sé i connotati paterni: la sua arma punitiva è la katana, spada che sfodera magicamente dalla schiena e con la quale, oltre ad amputare arti, squartare toraci e trafiggere gole, perseguita fantomaticamente Julian abitando i suoi luoghi allucinatori ancor prima che i due s’incontrino effettivamente.
Julian sventra il corpo morto della madre, la penetra manualmente. Del resto le mani di Julian, caricatesi eroticamente in concomitanza con l’omicidio della giovane prostituta,sono le sue appendici libidinali, ma al tempo stesso oggettivano lo sbarramento alla titolarità fallica: il godimento di una sessualità piena è letteralmente ostruito, schermato dalla mancanza della castrazione simbolica, Julian avvicina la mano al sesso di Mai attraversando una tenda di perline. E alla fine avverrà la castrazione, quando Chan gli amputerà le mani con uno stacco di nero. Cioè l’amputazione avviene nell’inconscio di Julian, lacerando la perversione primaria con l’introduzione della dimensione dell’impossibile/irrappresentabile: lui non può godere davvero perchè non può possedere la madre e ciò genera traumaticamente la possibilità stessa del desiderio.
Si, questa recensione è lunga e noiosa. Il film però necessità di questa lettura o verrà frettolosamente bollato come una "schifezza"
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