“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
giovedì 8 marzo 2018
La signora dello zoo di Varsavia di Niki Caro. 2017
Il film che ho scelto per l'8 marzo è scritto e diretto da donne, interpretato dalla seducente Jessica Chastain prima tra tutte, racconta la storia di un’eroina poco nota alla grande storia durante la brutale invasione nazista della Polonia nel 1939 a Varsavia.
La signora dello zoo di Varsavia nasce però, in realtà, da un’affiatata collaborazione tutta al femminile: nel 2007 la produttrice Diane Miller Levin legge il libro di Diane Ackerman, The Zookeeper's Wife, che riporta i diari di Antonina Żabińska e rimane così affascinata dalla vera e poco nota storia di questa eroina da coinvolgere la collega Robbie Rowe Tollin per farne un adattamento cinematografico.
La produzione ha coinvolto anche la figlia di Antonina e Jan, Teresa Żabińska, (che vedremo nel film piccolissima di appena un anno)ed è grazie a lei che si è potuta delineare così approfonditamente la figura di Antonina, l'importanza per la cultura e la musica, con cui poteva curare e alleviare i traumi psicologici do quel periodo.
Ogni mattina Antonina attraversa il suo zoo in stile liberty in bicicletta, salutando affettuosamente gli animali presenti.Siamo nel 1939 e a breve nella stessa città, migliaia di persone innocenti verranno rinchiuse in un ghetto, intrappolate come animali in uno zoo, ma in condizioni di vita pietose, con poche speranze di sopravvivenza. Un arca di Noè su cui saliranno e verranno portati in salvo ben 300 ebrei.Antonina Zabinski. Una donna complessa e in anticipo sui tempi: moglie, madre, lavoratrice, studiosa, musicista appassionata d’arte, dotata di una straordinaria sensibilità per gli animali, come per le persone
Antonina suona il piano e se ne serve per suonare il segnale d’allarme in caso di pericolo, l'ho trovato un importante richiamo al valore salvifico dell'arte:il brano è quello di un’operetta di Offenbach, avviso in codice nel momento in cui tutti gli ospiti dovevano tornare nei loro nascondigli.
Nella pellicola emerge inoltre la volontà dello zoologo di riportare in vita bestie ormai estinte, in un sempre ambiguo oscillare tra l’amore per gli animali e il disprezzo per la vita umana. Possibile che uno scienziato amante degli animali possa essere anche un attivo esecutore dello sterminio nazista? Il dubbio e (la rabbia) rimangono.
Buon 8 Marzo
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