domenica 16 settembre 2018

Sulla mia pelle; gli ultimi sette giorni di Stefano Cucchi di Alessio Cremonini. 2018

a Stefano, ennesima vittima delle barbarie dell’uomo.
#StefanoCucchi viene arrestato la notte del 15 ottobre 2009 per possesso di hashish e eroina. In tribunale si presenta con i lividi al viso e zoppicante, senza riuscire a reggersi in piedi da solo. Sulla mia pelle inizia mostrandoci da subito la morte di Stefano Cucchi, il suo corpo esanime, insensibile ai richiami dell’infermiere, ormai avvolto da un buio eterno. E poi fa un salto indietro di sette giorni: dal giorno dell'arresto a Cucchi detenuto. Il rifiuto di Stefano Cucchi nel voler raccontare le reali cause delle sue ferite, aspetto valorizzato insistentemente dal film, ci fa precipitare in un senso di impotenza perenne, un senso di ingiustizia angosciante di un ragazzo fragile che aveva già capito quello che "conveniva" fare. Il fulcro del film è il corpo di Stefano, o meglio del divino Alessandro Borghi (da pelle d'oca, fidatevi di me) che lo incarna. Il pestaggio non viene riportato nel film, ho apprezzato la scelta, in primis per non riportare della violenza crudele e gratuita e per farla intuire, però, attraverso il corpo martoriato di Cucchi che diventa così il protagonista assoluto e in seconda istanza per non cadere nel clichè della banalità scontata e del pietismo, scelta di consenso troppo facile. Che Stefano Cucchi non merita. Ad oggi, non si sa ancora esattamente cosa sia successo in quei terrificanti sette giorni durante i quali Cucchi rimase in custodia cautelare, in attesa del processo. Quando Stefano Cucchi muore nelle prime ore del 22 ottobre 2009, è il decesso in carcere numero 148. Al 31 dicembre dello stesso anno, la cifra sale a 176: in due mesi trenta morti in più, si legge nei titoli di coda. L'inchiesta fu aperta solo nel 2015 Un omaggio reale, crudo, asciutto per rivivere il calvario di Stefano, ormai rassegnato, all'interno di un meccanismo nel quale si sentì profondamente solo. E avremmo solo voglia di proteggerlo. Da tutto. Perdonaci.

2 commenti:

  1. Bellissimo pezzo, hai sintetizzato in poche righe la bellezza del film. Perdonaci Stefano, perchè sei stato vittima dello Stato (e quindi di noi stessi) cosa che in un paese civile non dovrebbe mai capitare...

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