lunedì 14 dicembre 2009

Dorian Gray. "..l'attimo è fuggito..."


Dorian Gray è l'ultima trasposizione dell'opera di Oscar Wilde.
La storia è nota: Dorian, un giovane bello e dall'animo puro, alla morte del facoltoso zio, ne eredita le ricchezze e si trasferisce a Londra.
Qui conosce il pittore Basil, uomo buono e sensibile molto attratto dallo stesso Dorian di cui ne sta eseguendo un ritratto che risulterà essere un capolavoro. Insieme con lui c’è Henry Wotton, elegante quanto cinico lord londinese che con i suoi discorsi cattura l’attenzione di Dorian.
A poco a poco, Dorian, assimila e mette in pratica molte delle idee di quello che in pratica sarà il suo mentore. Comincia ad abbandonarsi ai piaceri e al lusso, tra bordelli e prostitute, violenze e droghe senza essere minimamente scalfito da alcuna delle esperienza che vive.
A portare i segni di una vita piena di eccessi, è invece il quadro dell'amico Hallward che diabolicamente, giorno per giorno invecchia, e si imbruttisce e manifesta quello che la coscienza di Dorian sta diventando, sempre più ripugnante e piena di sensi di colpa.
Finchè , un giorno, stanco del peso che il ritratto gli fa sentire decide che può cambiare vita.

Cosa mi piace :
la fotografia è riuscitissima!
sia quando si riprendono i grandi spazi esterni di una londra ottocentesca (soprattutto all'inizio), sia quando si riprendono gli interni delle sfarzose ville in cui la maggior parte del film è ambientato e sia quando sono ripresi gli angoli tetri e bui , a volte gotici , della londra "povera".
davvero bello! ..e anche i costumi sono curati fino al minimo dettaglio.

Altra cosa che mi ha colpito : i colori.
Nel film si possono notare almeno 3 o 4 registri diversi di colori (tecnicamente non so come descrivere questa cosa :-) )
il primo è quello "normale" durante tutta la narrazione ;
il secondo, nei brevi flash in cui Dorian ricorda la sua infanzia : lo stile è quello di una vecchia pellicola consumata dal tempo;
il terzo è quando si ha una visione dalla parte del quadro. E' come se si guardasse la scena attraverso gli occhi del Dorian "dipinto" e lo stile è quello di un vecchio film in bianco e nero.
Infine ci sono delle scene, soprattutto legate al primo amore di Dorian, in cui sembra di vedere delle vecchie foto polaroid anni 80, molto saturate nei colori;
questi balzi mi sono piaciuti molto.

Proprio la vista attravero gli occhi del dipinto, è stata un'altra cosa che ho apprezzato. Infatti, questa, unita a un sonoro fatto di respiri e sospiri, ha dato in certi momenti l'impressione che il quadro fosse "vivo".

Ho detto "primo amore" perchè , a differenza del Dorian Gray di wilde, quello del film sul finale della storia si lega alla giovane figlia dell'amico Henry. Questo personaggio nella storia originale non esiste.

Cosa non mi piace:
la narrazione temporalmente inizia con una scena che si svolge un'anno dopo l'arrivo di Dorain a Londra per poi tornare indietro e cominciare con la storia completa.
Per un bel pò, nel film , si ha come l'impresisone di un susseguirsi di scene , a mò di riepilogo, con tagli netti da una scena all'altra, fino ad arrivare al punto da cui si era partiti.
Questa cosa mi infastidisce molto.
Primo perchè secondo me si protrae troppo (anche più avanti nel film, i periodi sono più lunghi , ma il modo di passare da una scena all'altra rimane identico). n secondo luogo , questi tagli repentini non permettono di assaporare bene la psicologia di Dorian, che molto velocemente passa dal giovane pudico , imbranato e puro, ad insaziabile amante dei piaceri della vita e della carne ed è davvero un peccato perchè toglie anima alla narrazione.

Nessun commento ovviamente sulla storia, che a parte l'aggiunta di un personaggio nuovo sul finale, è ripresa fedelmente dall'opera originale.

"...l'attimo è fuggito...", dice ad un certo punto Henry all'ancora acerbo Dorian..
..che frase frustrante....soprattuto per chi non ha un alter ego su tela che assorbe il passare del tempo .. lasciandoti nella vita reale ...più e più attimi...

1 commento:

  1. Ottimo commento tecnico.
    Ma non è affatto ripreso fedelmente dall'opera originale, e il significato non è stato né ripreso né innovato come è sacrosanto che i film facciano. In realtà, da un punto di vista strettamente comunicativo, questo film non riesce a trasmettere nemmeno una superficiale ombra del potenziale senso della storia. Resta ben piantato nel luogo comune.

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