giovedì 21 gennaio 2010

A Single Man

Los Angeles. 1962. Un professore inglese George Falconer, cinquantaduenne, da anni vive ormai oltreoceano. Ha un compagno: Jim. Il film si apre con una telefonata in cui viene comunicato a George che Jim ha appena perso la vita in un incidente d’auto. Da quel momento in poi, George cessa di avere un motivo valido per cui vivere. Ad aiutarlo l’amica ed ex-fidanzatina Charley e Kenny uno dei suoi studenti, che attratto da lui, lo perseguita. Charley e Kenny lo salvano dai suoi tentativi di suicidio ma Lei, la signora morte, busserà all'uscio della sua casa nonostante tutto. In scena, quindi, quella che "dovrebbe" essere l'ultima giornata della sua vita. Frammenti di immagini in cui rivive la sua storia con Jim. Sedici anni di fotogrammi di una vita vissuta in simbiosi con il suo amore, dei quali George cerca di riappropiarsi sfidando la morte. Di forte impatto emotivo la fotografia, trasposizione degli stati d'animo di George. Inquadrature fredde e grigie dell’annoiata vita borghese. Un bianco e nero da copertina per il flashback in cui George e Jim si trovano sulle scogliere a bere birra e a ricordare come tutto tra loro sia inziato.
Le ultime 24 ore di vita di un uomo. Solo. Il suo incontro con il ragazzo nel parcheggio (un modello bellissimo che ricorda molto James Dean), gli sguardi maliziosi del suo allievo (che sta scoprendo la sua omosessualità), i tentativi di Charley di sedurlo con musica, vino e infinito affetto. Sembra quasi di stare sul set di qualche spot della Calvin Klein per intenderci.
Ancora una volta (come anche per Il riccio) ricorre il tema della morte e sembra quasi che un'intera vita sia spesa per quell'ultimo giorno, spesso il più importante, per chi ha la fortuna di viverlo con lucidità. Un film cucito e confezionato nel dettaglio, quasi si trattasse di un abito di alta moda dai colori psichedelici. Da fondo la struggente malinconia (resa ottimamente dalla colonna sonora) di un'epoca senza ideali importanti, con in agguato un conflitto nucleare: la crisi missilistica di Cuba.
Ritmi cadenzati e una palese visione omosessuale della vicenda. Punti di forza ma anche dei limiti che non rendono la pellicola una vera opera d'arte, come invece meriterebbe. Una struggente e a tratti inquietante bellezza, una sensibilità profonda, ma difficile da afferrare. Soprattutto da un pubblico maschile: "A me piacciono le donne, ma mi innamoro degli uomini".

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