domenica 10 gennaio 2010

Soul Kitchen. Elogio dell'arte Culi(naria)

Lungometraggio meritatissimamente vincitore del Premio Speciale della Giuria presso la 66ª mostra d'arte cinematografica di Venezia, con protagonista Zinos (con il look alla Jim Morrison), sfortunato proprietario di un ristorante, il Soul Kitchen ad Amburgo. Pietanze bizzarre e MUSICA (con non solo la M maiuscola) soul, funky e rebetiko. Sfortunato soprattutto in amore: la sua ragazza, Nadine, si è trasferita a Shangai. Coadiuvato da un grande chef con la missione di dare amore attraverso il cibo: ("Hai 40 piatti nel menù e hanno tutti lo stesso sapore"), che i clienti abituali boicottano, nel tentativo di sollevare una lavastoviglie da solo, si procura uno strappo alla schiena, motivo per il quale assume strane posture e movenze per tutto il film. Suo fratello Ilias, alias Il conte di Montecristo, in libertà vigilata, gli sferra un gran colpo basso: si gioca il Soul Kitchen a carte, perdendolo.
Patatine surgelate, hamburger di pesce e maccheroni gratinati. Da sfondo una nutritissima e magnifica colonna sonora ripescata dalle hit migliori anni 70, da I don't know di Ruth Brown a It's your thing degli Isley brothers, Rated x di Kool & The Gang e Get down di Curtis Mayfield, da dieci e lode.
Da "contorno"un ispettore sanitario, una funzionaria dell'Ufficio Imposte e un agente immobiliare senza scrupoli. Divertentissima la scena della visita che Zinos va a fare da Kemal, detto lo "spaccaossa" e il furto notturno che Zinos compie con la sua inseparabile ernia del disco.
Ritmi serrati, umorismo forte, ma mai demenziale. Voto: 8

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