venerdì 19 maggio 2017

Holy Motors di Leos Carax. 2013

JP Sartre: Qual è lo scopo di questa vostra rivoluzione? E Guevara: Ampliare il campo del possibile
Oscar è un "personaggio" cinematografico che deve rispettare un dato programma, ovvero interpretare diverse identità, tante quante gli appuntamenti del giorno, che trova scritti su una cartellina all'interno della sua limousine, una vettura dotata anche di un "camerino" per truccarsi... Stralunato, surreale e con scenette al limite dell'idiozia. "Patinato" ma ipnotico, elegante ma mai snob, il film trova uno dei suoi punti più alti a livello tecnico nell'episodio della motion capture, con un Lavant (da premio) che si mette a far finta di combattere e a saltare al rallenti, prima di inscenare una scena di sesso con una ragazza. Sullo schermo si "trasformano" in due draghi in CGI che fanno l'amore! Il mostro di Merde rapisce Eva Mendes (!) che sta facendo un servizio fotografico travestita in modo simile ad una dea guerriera. La porta in una caverna, le strappa i vestiti e ci crea un burka (!!), poi si spoglia tutto nudo con il pene in erezione (!!!), si accende una sigaretta e le mangia i capelli (!!!!). Merde è il personaggio più affascinante: è la grande regressione post 11 Settembre (dei terroristi che credono a delle storie di vergini in Paradiso, di governanti che esultano per poter finalmente approfittare dei loro pieni poteri, come dei bambini onnipotenti. E dei popoli raggelati, come degli orfani soli al buio). Il Signor Merda é la paura, la fobia. Ma anche l’infanzia. Il Signor Merda é il colmo dello straniero: l’immigrato razzista. Il ritmo è lento, sonnambolico.

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