“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
martedì 5 settembre 2017
E la chiamano estate di Paolo Franchi. 2012
Il film è molto brutto. La produttrice Nicoletta Mantovani avrebbe dovuto pensarci. Ho scelto divederlo perchè la canzone con lo stesso titolo è di una bellezza struggente e mi sembrava in tema con la fine dell'estate.
Ma l'accezione romantico-nostalgica contenuta nel pezzo, il film non la riesce nemmeno a sfiorare, calato com'è nel mero esibizionismo di corpi e di un amore ‘malato' mai realmente esplorato. E lo si capisce dalla vagina in bella mostra in apertura del film.
Se è vero che (come si sostiene nel film) "una scopata non si nega a nessuno", a questo punto la domanda sorge spontanea: "Vale lo stesso anche per i film?".
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