mercoledì 6 settembre 2017

Pasolini di Abel Ferrara. 2014

Il Pasolini di Abel Ferrara non convince,ma ne riporterò ciò che di buono vi ho trovato,in primis l'atmosfera di serenità. Si parte dall'intervista rilasciata in Francia all'emittente Antenne 2, diventata celebre per l'affermazione riguardo al piacere dello scandalizzare nell'arte, si passa attraverso la tesa e provocatoria ultima intervista concessa a Furio Colombo per la Stampa, in cui si scaglia contro la società borghese dell'epoca, così occupata in futili faccende da non accorgersi dei rischi di esplosione di violenza che restano soffocati nell'ombra ma che sono continuamente pronti ad esplodere. E tra un pranzo conviviale e l'altro e una partita di pallone con i "ragazzi di vita" delle borgate, c'è il tempo per mostrare spesso Pasolini/Dafoe seduto a "creare": è alla sua scrivania, davanti a una macchina per scrivere, dove stanno prendendo corpo le sue due ultime opere. Il romanzo "Petrolio", che uscirà postumo e incompiuto soltanto nel 1992, e la sceneggiatura di "Porno-Teo-Kolossal", il lungometraggio che doveva seguire "Salò" e che il suo autore voleva affidare prima nuovamente alla coppia Totò/Ninetto Davoli, dopo il successo di "Uccellacci e uccellini" e poi ad Eduardo De Filippo in sostituzione del principe De Curtis prematuramente scomparso. E proprio la messa in scena di Petrolio chiuderà la pellicola, come un supplente Ferrara rende omaggio al nostro amato, montando cinematograficamente ciò che Pasolini non fece in tempo ad ultimare.
E noi che amiamo Pasolini apprezziamo giusto questo. Willem Dafoe fisicamente somigliantissimo ma abissalmente distante, nella sua coolness mewyorkese, ma senza l'anima del nostro PPP. Per non parlare di questa babele di suoni, il labiale dell'attore che pronuncia sempre tutto in francese o inglese. straniamento tardobrechtiano. Ferrara punta tutto sulla parte corporale, esibizionista e provocatoria di Pasolini, dimenticando che era anche l’autore che ha rivoluzionato l’idea di cinema e letteratura, il primo che ha denunciato il pericolo del consumismo sfrenato e del conformismo televisivo.

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