“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
martedì 17 ottobre 2017
Atomic Blonde di David Leitch. 2017
Charlize Theron immersa in una vasca da bagno piena di cubetti di ghiaccio a significare la rigidità del suo animo. Comincia così Atomica bionda.
Il concetto di freddo è la tematica principale, infatti: sia per le temperature climatiche degli spazi in cui è ambientato sia, soprattutto, per la stasi totale che si respira nel contesto storico di riferimento e nel cuore dei personaggi. Siamo nella Berlino del 1989, quando i fermenti mondiali stanno giungendo al culmine, poco prima del crollo del Muro. Occidente e Oriente sono ancora in conflitto e lo spionaggio è attivo in quella che ancora per poco sarà chiamata guerra fredda. L’MI6 spedisce a Berlino Charlize Theron, cioè Lorraine Broughton, la spia più spaccaculi che sia mai esistita, per recuperare una lista contenente le identità di tutti gli agenti segreti occidentali sotto copertura
L'estetica è fumettistica, anche un po'kitsch: neon e colori ipersaturati.Il punto di riferimento, stilistico e iconografico, sono ovviamente gli anni 80, o almeno una loro versione idealizzata e stilizzata, dove tutti i giovani sono punk, si ascoltano solo hit della New Wave, ogni cosa è illuminata coi neon e Berlino pare una città fantasma solo perché la gente è TUTTA nei club.
E comunque si capisce perché, anche da quelle parti, gli uomini preferiscano le bionde. E le donne pure.
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Film adorabile, con una protagonista bellissima e spaccaculi. Ma con me, donne che menano e anni '80 vincono facilissimo!
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