giovedì 3 maggio 2018

Asphalte di Samuel Benchetrit. 2015

Umorismo di grande spessore culturale, originalità e vita quotidiana di una periferia francese dormiente di un quartiere popolare. Un condominio pieno di graffit in cui Sternkowtiz non capisce perché debba pagare per sostituire l’ascensore, quando abita solo al primo piano. Dopo aver pedalato senza freno per 100 km davanti al televisore, Sternkowtiz si troverà obbligato a scendere a patti con l’ascensore, studiando un piano che gli permetterà di usufruirne a notte fonda, solo per racimolare cibo presso la macchinetta automatica di un ospedale. Si innamorerà dell'infermiera che fa il turno di notte. E sono proprio le bizze ricorrenti dell' ascensore mal funzionante a farci entrare in contatto con gli ospiti del condominio. L'adolescente Charly (magnetico figlio del regista, la cui vita privata ha dei rimandi con quella del suo personaggio: sua madre è Marie Trintignant, morta nel 2003 dopo le percosse del fidanzato Bertrand Cantat, cantante dei Noir Désir) e l'immigrata algerina Hammida con il figlio in carcere, che ospita un astronauta americano della Nasa- geniale la battuta "Nutre sentimenti anti-americani?", della traduttrice della Nasa, con il centralino che lascia in attesa con la musica del walzer di Strauss -sono i protagonisti delle altre due storie; a fare da suggeritore e collante di questi tre incontri-scontri è la tv, sempre accesa e sintonizzata su canali dove trasmettono I Ponti di Madison County o Beatiful. Tanta energia libera e raffinata che diverte ed emoziona. Questo film è un piccolo capolavoro.

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