“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
domenica 20 gennaio 2019
Mother! di Darren Aronofsky. 2017
Non guardate mai Madre! per nessun motivo.
-In fondo è un thriller di un regista autoriale, c’è la famosissima attrice Jennifer Lawrence e l’affascinante Javier Bardem, sarà alla Hitchcock/Polanski maniera- ti ripeti, incredulo, sperando le cose acquistino senso.
Invece, più ci si addentra nel film più si è spiazzati.
Poeta/scrittore acclamato dalle masse Lui, giovane musa indulgente Lei.
Lei, paziente, lo ama alla follia. Lui è preso da se stesso e dalla sua fama, vive per essere idolatrato.
Sarà la metafora della frustrazione di una donna costretta a convivere con un artista famoso, una cui parte della vita sarà sempre condivisa con i suoi tormenti di ispirazione e soprattutto i suoi fans? Spiegazione scontata e banale.
Forse è la storia di Dio in chiave contemporanea: il sacrifico della Madre! del titolo è quello di Maria, il sacrificio del figlio quello di Cristo? (più plausibile)
La casa in cui vivono i due protagonisti poi, letteralmente prende vita, respira (e sanguina da vagine apertesi nel parquet!)
Poi ad un certo punto le cose sembrano andare anche dal verso giusto: Bardem ha scritto una nuova opera, Lawrence aspetta un agognato erede e proprio allora, invece, la Casa viene invasa dai barbari.
Finale splatter.
Irritante, un incubo!
Gli occhi increduli di Jennifer Lawrence dicono tutto.
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